Robert Allen Zimmerman, in arte Bob Dylan (Duluth, Minnesota, 1941), ha influenzato in maniera profonda e indelebile la cultura occidentale di fine ’900. All’inizio del 1961 abbandona la Universty Of Minnesota e si trasferisce a New York deciso a incontrare il suo idolo Woody Guthrie e a raccoglierne il testimone. Muove i primi passi come performer al Greenwich Village e si rivela un infallibile segugio nel fiutare “l’aria di rivoluzione”. Le risposte che i giovani stanno cercando soffiano nel vento e Dylan sa coglierle al volo per poi immortalarle in canzoni che condensano il fermento culturale dell’epoca. In breve tempo il giovane folksinger diventa il portavoce di un’intera generazione e i suoi versi risuonano durante le marce per i diritti civili, giungendo fino a Washington, dove il 28 agosto del 1963 si fondono con il “sogno” di Martin Luther King. Di lì a poco, però, sugli Stati Uniti piomba l’incubo dell’assassinio di J. F. Kennedy e Bob Dylan prende le distanze dall’impegno politico, rifiutando il ruolo di portavoce. Nel giro di due anni dà inizio a una nuova forma di rivolta, ribaltando i canoni del Folk e del Rock con la performance elettrica del Newport Folk Festival (1965) e con la pubblicazione del singolo Like A Rolling Stone. È il momento di massima creatività, che culmina nel selvaggio suono al mercurio del doppio album Blonde On Blonde (1966). Dopo circa due anni di assenza dalle scene a causa di un fantomatico incidente motociclistico, il menestrello si prepara a sconvolgere anche gli anni 70: scrive Knockin’ On Heaven’s Door per il film di Sam Peckinpah ‘Pat Garrett & Billy the Kid’, dove compare anche come attore, confeziona i capolavori Blood On The Tracks e Desire e dà vita alla grande carovana della Rolling Thunder Revue. Negli anni 80 arriva la svolta religiosa e la conversione al cristianesimo sfocia in una trilogia di album a tema (Slow Train Coming, Saved, Shot Of Love). I semi della rinascita musicale vengono però piantati in Oh Mercy (1989) realizzato in collaborazione con Daniel Lanois, lo stesso produttore di Time Out Of Mind (1997), l’album che traghetterà la reincarnazione Blues del menestrello nel nuovo millennio. Nemmeno una pericolosa pericardite riuscirà a fermare il suo cammino, che lo porta a sfiorare il Nobel per la letteratura, a cantare per papa Giovanni Paolo II e per il primo presidente di colore degli Stati Uniti d’America, Barack Obama. Il suo iperattivismo lo tiene costantemente impegnato dal vivo, nel Neverending Tour, così come non mancano incursioni cinematografiche, opere letterarie e anche mostre dei suoi quadri e disegni. Numerose pure le collaborazioni: su tutte quella con la superband dei Traveling Wilburys, alla fine degli anni 80. Nel 2016, “per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana”, vince il Premio Nobel per la letteratura.
Time Out Of Mind
Columbia, 1997 – ★★★★★
L’ennesimo colpo di genio inaspettato giunge a quasi 8 anni dal suo ultimo album in studio di materiale inedito (Under The Red Sky). Prodotto ancora da Daniel Lanois, rivela un autore, ormai cinquantaseienne, in stato di grazia, capace una volta di più di rivisitare le radici Blues (Million Dollar Miles, Can’t Wait), Rockabilly (Dirt Road Blues) e Rock (Cold Irons Bound, Love Sick) della musica americana. Colpiscono, per l’ineccepibile linea melodica, ballate notturne e sofferenti come Standing In The Doorway e Not Dark Yet, mentre l’antica poesia visionaria è rivisitata nella lunga (ben 17 minuti) Highlands. Il disco si aggiudica tre premi Grammy, compreso quello di disco Rock dell’anno.
Canzone: Love Sick
I’m walking
Through streets that are dead
Walking
Walking with you in my head
My feet are so tired
My brain is so wired
And the clouds are weeping
Did I
Hear someone tell a lie?
Did I
Hear someone’s distant cry?
I spoke like a child
You destroyed me with a smile
While I was sleeping
I’m sick of love
That I’m in the thick of it
This kind of love
I’m so sick of it
I see
I see lovers in the meadow
I see
I see silhouettes in the window
I watch them ’til they’re gone
And they leave me hangin’ on
To a shadow
I’m sick of love
I hear the clock tick
This kind of love
I’m lovesick
Sometimes
The silence…